Alla fine, ho dato ragione a me stessa e non a mia nonna.
Mia nonna paterna si è andata a tingere i capelli finché ha potuto. Mi ricordo che quel colore richiedeva due pomeriggi interi, ma, alla fine del trattamento, si sentiva giovane e le dava la carica...
E ha passato a me quella sensazione.
Ho iniziato a tingermi i capelli intorno ai trent'anni, per avere qualche sfumatura rossa che mi piaceva molto, sui capelli scuri. Diventavo sempre più rossa e non vedevo i capelli bianchi, quindi non esistevano.
Poi quel rosso era troppo... non era la mia testa. E dieci anni dopo ero di nuovo del mio colore naturale... più o meno. Castana, ecco.
Ma, ogni volta che mi lavavo i capelli notavo svilupparsi la mia erbetta canuta.
E, avendo una fervida immaginazione me la immaginavo come un blob che dalla testa scende portando la vecchiaia in tutto il corpo e pensavo che, se l'avessi lasciata libera, entro un anno avrei avuto la faccia incartapecorita!!
Quindi ogni volta, spaventata, correvo su internet a cercare "tagli per capelli bianchi" e trovavo scalature, pixie cut, rasature e ciuffi vaporosi e pensavo di arrendermi e chiedere alla parrucchiera di non avere pietà. O dire: "Fammeli con sfumature rosa...o azzurre...o viola", per essere sì una vecchia, ma rock!!!
Ma poi c'era la voce di mia nonna nella mia testa e decidevo di combattere. Niente bandiera bianca ai miei capelli bianchi. Nonostante fossi ipnotizzata dai capelli grigi di molte attrici. Che mi ha fatto riflettere sul fatto che è una scelta personale e non opinabile, esattamente come tingerseli.
Anche la mia, a un certo punto, lo è diventata. Ho dato ragione a me stessa e non a mia nonna.
Per una serie di circostanze, intorno al mio 51mo compleanno non sono riuscita ad andare a farmi la tinta e ho lasciato che l’erbetta canuta prendesse possesso della mia testa.
E un giorno, improvvisamente, ho pensato: “Ma basta con questi stereotipi… io sono io e ho i capelli di questo colore… vediamo come mi stanno e poi decideremo cosa farne”
Lasciare il dubbio mi ha aiutato. Sapere che la scappatoia della tinta era sempre aperta (e lo è ancora... oramai non escludo nulla) mi ha aiutata a superare i momenti in cui non sai che colore di capelli hai e come pettinarli. Ma soprattutto a superare i momenti di quello sguardo.
Di quando vedi le persone osservarti, quasi in punta di piedi, per rendersi conto che, sì, hanno visto bene… stai commettendo l’errore di tardare a tingerti oppure, nonsiamai, farti crescere i capelli bianchi.
I più se ne stanno zitti.
Altr3 sbottano in frasi tipo: “Si okay sembrare naturale, ma mica una di 90 anni però”, “I capelli grigi e bianchi devono essere corti: così sembri vecchissima”
Insomma, appare magicamente il binomio: capelli bianchi = trascurata & vecchia… che sembra la cosa che più le persone temono (mia nonna compresa).
Ma non è che un minuto prima ero bella e pulita e ora sono brutta e zozza… sono sempre io… sono vera.
E poi è successo.
Come ho smesso di provare vergogna io, lo hanno smesso in molt3. E da “sembri Crudelia De Mon” (o altri personaggi dei cartoni e dei film e delle serie coi capelli bianchi - tutte persone stronze, tra parentesi) siamo passati a “hai dei capelli bellissimi…sembrano fatti apposta”. Il che mi ha fatto ulteriormente sorridere perché non c’è modo di rendere la greynaissance naturale…anche quando la è 😁