"Il demone è bugiardo. Mentirà, per confonderci: ma alle bugie mescolerà la verità, per aggredirci. Il suo attacco è psicologico, Damien, e potente" (William Peter Blatty)
Ho una teoria sulla psiche umana e, in onore de "L'esorcista" (1973, William Friedkin), che è il mio film preferito (perché mi dà sempre nuovi spunti di riflessione) l'ho chiamata “Teorema Pazuzu”.
Si tratta di essere sempre possedut3 da un demone: un bugiardo che ti dice “Ma non ce la farai mai!! Ma dove vuoi andare??? Ma non sei capace!!!”.
Un demone che ti ferma davanti alle occasioni importanti prospettandoti scenari apocalittici e che ti convince che nessun∂ non solo ti amerà mai ma anche ti vorrà semplicemente bene perché sei una persona bruttissima (la tua famiglia perché deve e altri per pura pietà).
E a queste menzogne mescola episodi realmente accaduti: “Ma non ti ricordi quella volta che dovevi parlare in pubblico e ti sei bloccat∂??? Quella dove sei scappat∂ in bagno nel mezzo di una cena importante?? Quella dove hai detto la cosa più sbagliata che potessi dire e tutt3 hanno riso di te??”
E tu ti convinci che ha ragione, che sei una frana di persona e che non combinerai mai niente di buono dalla vita. Tanto vale che ti siedi e rimani lì dove sei…sperando di diventare invisibile.
Perciò. quando senti dire che il tuo peggior nemico sei tu, hanno ragione.
A volte, parlando della mia vita o della mia carriera, con gli amici, dico frasi per me perfettamente logiche e sensate e loro rispondono: "Ma ti sei sentita? Ti stai boicottando da sola. Sei la prima a non avere fiducia in te e non solo sei convinta che sia giusto, ma stai pure cercando di convincere anche noi. La differenza tra te che vuoi ottenere qualcosa e te che l'hai ottenuta è il credere alla purezza dei tuoi pensieri e non alla tua mente che te li sta coprendo di negatività". L'ultima volta me l'hanno detto una settimana fa e io ci sto ancora pensando perché a dir la verità non l'ho capito del tutto. Ma so che hanno ragione. Positività e realtà nel mio cervello sono coperte dalla patina di timori creati dalla mia mente.
Se ti sei riconosciut∂ in tutto ciò sappi che ho una buona notizia perché, fortunatamente ogni teorema ne ha uno contrario, e questo si chiama, manco a dirlo, "Teorema dell'esorcista".
Nel caso di Pazuzu, nel film (come nel libro di William Peter Blatty da cui è tratto), sono due uomini pieni di fede che combattono contro il male al prezzo della propria esistenza.
Nella vita vera, qualcun∂ che arriva a scuoterti...a svegliare una speranza che stava sepolta. Ti fa capire che il demone aveva torto…che sì, hai collezionato delle figure di merda, e che ce ne saranno altre, ma che puoi riderci sopra, perché è umano sbagliare…perché le persone di cui temevi il giudizio hanno più paura di te …perché le brutte giornate capitano a tutt3 e un giorno le apprezzerai pure, perché sono quelle che ti metteranno davvero alla prova.
Perciò, quando il demone ti parla, lascialo parlare. Ti spaventerà sempre, sia che devi andare in un posto in cui non sei mai stat∂ o buttarti col paracadute. Lascialo parlare ma vai avanti…scegli la strada più difficile, fai ciò che ti spaventa anche se stai tremando.
Sii il tuo esorcista.
Come si fa dunque a sconfiggere il demone?
Io sto lavorando in tre direzioni, direi.
Una, è ascoltare la mia interiorità e riporvi fiducia: usare momenti dedicati alla meditazione per liberare la mente dallo stress e riuscire a guardare meglio dentro i miei veri pensieri, coprendo il "non sarò mai capace" con il "adesso lo imparo" e il "non valgo abbastanza" con "sono capace di avere amici, fare il mio lavoro, destreggiarmi coi problemi del quotidiano (o sapere chi chiamare per aiutarmi a risolverli!)" ed elencare cosa è successo di positivo nella giornata e cosa sono riuscita a fare (la mia mente me le passa per piccolezze, ma sta ancora mentendo ancora).
L'altra è, appunto, parlarne: se non avessi ragionato di questa cosa con gli amici non avrei capito quanto profondamente mi stessi sabotando. Il confronto non è per invidiare o sabotare (come purtroppo sento spesso fare), ma per comprendere cosa ti piace nelle persone e "usarle" come esempio positivo...sapendo che ci puoi arrivare...non nello stesso modo, ma nel tuo modo, unico, originale, e adatto alle tue esigenze ed al tuo carattere.
La terza è scrivere. Non sempre si può parlare con le persone in modo così approfondito (non si ha il tempo, e molt3 non sanno ascoltare e ancora di più sono gli incapaci di uscire dalla propria vita anche solo per pochi minuti), ma si può scrivere ciò che si pensa, e rileggerlo in un secondo momento, in modo da capire se fossero realtà o paranoie.
Compilando questo post le ho fatte tutte e tre: lo so che non basta perché la mente continuerà a mentirmi, ma mi ci dovrò applicare con costanza per sbugiardarla del tutto. E sapere che mi stai ascoltando e che anche tu ci stai lavorando aiuterà. Servirà a me per credere di più in me stessa, e anche a te, per iniziare a pensare che non sei stran∂ o pazz∂, ma che devi solo conoscerti meglio, e, soprattutto, amarti di più.