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 "Colpevoli di silenzio"

 

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 Invidio coloro che accettano ogni evento con tranquillità, la classica mentalità "a tutto c'è una soluzione e se non c'è perché preoccuparsi?".

Per me è difficilissimo: ogni novità, ogni sorpresa, ogni cambiamento, ogni nuovo impegno, ogni sfida, anche il semplice "ti devo parlare", mi fanno accartocciare stomaco e budella mentre il resto del mio corpo, letteralmente, congela.

Sono così abituata a queste sensazioni che, se affronto qualcosa con calma, mi inquieto comunque. Perché un po' di adrenalina ci vuole se no vuol dire che non ci tengo abbastanza a cosa sto per fare, ma va controllata. Altrimenti sfocia nel panico. Che ho provato, ed è una sensazione che ti paralizza e ti blocca la vita, quindi ho cercato dei modi per tenere tutto a bada...o quasi. Metodi casalinghi, imparati sulla mia pelle.

1- Respiro. Respiri profondi. Forse dovrei fare un corso per partorienti solo per capire come farlo correttamente e coi giusti tempi: io non incamero abbastanza aria.

2-  Penso che la mia mente è stronza. Ci gode a prospettarmi gli scenari peggiori, tipo "parlando sicuramente ti impappinerai" oppure "espellerai sicuramente fluidi o solidi repellenti da qualche buco del tuo corpo...anche da pori improbabili di cui non conosci l'esistenza". Se le dò retta è quasi sicuro che la mia gola inizierà a bruciare e che il mio corpo si riempirà di dolori. Se invece penso: "Fai quello che ti pare...rendimi uno straccio...io lo faccio lo stesso e, anziché ridere di me, qualcun∂ mi aiuterà di sicuro" lei si calma....continua a brontolare ma sa che lo sta facendo a vuoto e dopo un po' smetto di pensare a ciò che dice.

3 - Non posso controllare tutto, né me né gli altriSe sbaglio, posso chiedere scusa per la mia reazione e rimediare in un'altra occasione. E non è vero che capitano tutte a me: capitano a tutt3 e, se sei onest∂ e ammetti le tue debolezze, scopri che non sei sol∂ e che amic3 e parenti ti capiscono...anche qualche sconosciut∂.

4 - Se mi faccio venire l'ansia adesso per una cosa che capiterà in futuro, mi rovinerò di certo non solo la cosa in se stessa, ma anche l'adesso. C'è qualcosa di bello anche nell'attendere un evento: "L'attesa del piacere è essa stessa piacere", ha detto Gotthold Ephraim Lessing, e aveva ragione.

5 - Non oppormi. Volevo uscire a passeggiare ma piove?? Perché farmi venire le paturnie per niente? O prendo l'ombrello e vado lo stesso o mi godo anche un tè e un buon libro e il mio fisico sarà contento comunque.

È facile fare tutto questo??? NO. No nella maniera più categorica. Bisogna lavorarci. Iniziare ogni volta da capo. A volte riesce bene, altre no. Ma non provarci nemmeno mi fa stare peggio, quindi ricomincio...sempre.